sabato, dicembre 09, 2006

UNA NUOVA MODA STA INVADENDO LA CITTA’

E’ da qualche mese che passeggiando per Piazza Maggiore ci s’imbatte in strani figuri umani che sembrano entrati in simbiosi con il loro Pc portatile, tanto da utilizzarlo anche quando sono in strada. Per i più dei Bolognesi, non ancora contaminati da questo nuovo virus cibernetico, risulta strano comprendere questo nuovo fenomeno: c’è chi sorride, chi scuote le spalle e chi perplesso e incuriosito si domanda cosa facciano questi cyber city. Beh, è vero… Bologna trova sempre, e rapidamente, il modo di stupire i propri abitanti adottando o creando nuovi fenomeni sociali e così, dal road standing davanti ai locali, così intenso da bloccare inesorabilmente la circolazione stradale, siamo passati al cyber road standing, persone che singolarmente o in gruppo consultano freneticamente il loro portatile seduti per terra, sui gradini o le panchine cittadine. Ma questi nuovi personaggi sono veramente affetti da uno qualche strano nuovo virus, oppure vi è una ragione ben precisa al loro utilizzo informatico stradale? Riproponendoci presto di intervistare uno di questi nuovi figuri, noi della redazione azzardiamo solo un’ipotesi: che si sia diffuso anche a Bologna il navigare a scrocco in internet utilizzando le nuove reti wireless? In altri paesi è già da tempo che gli haker, e non, sfruttano le connessioni internet via etere per navigare gratis, tanto che vengono indicati con grafiti murali le zone di maggior campo e lì, ecco apparire i famosi cyber city armati di portatile. Non avendo ancora una reale risposta da offrire ai nostri lettori, continueremo a studiare il fenomeno e chissa… tra un po’ di tempo avremo svelato l’arcano e trasferiremo anche noi la nostra redazione nel cortile del Palazzo Comunale (vedi foto iniziale.)

Ed ecco che dando la solita sbirciatina al nuovo settimanale d'informazione su Bologna "La Stefani" abbiamo trovato la risposta...
http://www.lastefani.it/settimanale/article.php?directory=061214&block=2&id=1 linkatevi qui per approfondire l'argomento.

Voci raccolte dal Popolo, scritte e commentate dalla:
Redazione del Veleno del Popolo (X)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dedicato ai fratelli Cervi e a Lauro Ferioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli.

Ieri, Lunedì 16 ottobre a Reggio Emilia abbiamo contestato pubblicamente la presentazione del nuovo libro di Giampaolo Pansa “La grande bugia”. Ritenevamo fosse doveroso sacrificare una giornata di lavoro o di studio e sobbarcarci oltre quattro ore di viaggio e cinquecento chilometri per cercare di impedire quello che credevamo e crediamo sia un vero e proprio sfregio alla memoria della nostra Storia. Dalla pubblicazione de “Il sangue dei vinti” il dottor Pansa ha sempre scelto Reggio Emilia come luogo di partenza per la presentazione della sua pubblicistica revisionista. La sua è stata una provocazione voluta e dichiarata, proprio nella città che lui considera l’epicentro del “triangolo della morte” convinto che anche questa volta non avrebbe trovato nessuno a contestarne le tesi. La nostra iniziativa, alla luce di quanto pubblicato e trasmesso dalla stampa, ha evidentemente colpito un nervo scoperto. E’ opportuno, a questo punto, fare chiarezza su quanto accaduto realmente ieri sera all’Hotel Astoria Mercure.
La presentazione si è aperta alle 21,15 con l’introduzione del giornalista del Corriere Aldo Cazzullo; il quale dopo aver affermato di condividere il 95% di quanto detto e scritto da Pansa si è soffermato, tra l’ilarità complice della sala, sull’incapacità della sinistra di “disturbare” iniziative come quella che era in corso. Al momento di passare la parola all’ospite della serata, come convenuto, uno di noi si è alzato e dirigendosi verso la presidenza ha riconsegnato polemicamente la propria copia de “La grande bugia”. Quello era il segnale. Nello stesso momento infatti, da diverse parti della sala i compagni si sono alzati urlando Viva la Resistenza, Viva i Partigiani e hanno rapidamente occupato il palco srotolando uno striscione su cui campeggiava la scritta “Triangolo rosso? nessun rimorso”. La platea, tutt’altro che bipartisan, ha cominciato ad inveire contro di noi rispolverando saluti romani, inni al duce e nostalgiche marcette ( evidentemente è questo il pubblico a cui si rivolge il dottor Pansa). Ne è seguito un patetico tentativo di scipparci lo striscione subito rientrato di fronte alla nostra reazione decisa. Nel caos generatosi abbiamo comunque trovato il tempo per regalare al dottor Pansa un libro di storia per bimbi “Il mio primo libro di storia” consigliandogli di approfondire le sue conoscenze.
L’azione si è protratta per altri venti minuti tra canti partigiani e di lotta che hanno finito col sovrastare gli ormai flebili “Viva il Duce” pronunciati a distanza di sicurezza da alcuni giovani virgulti di Alleanza nazionale.
All’arrivo di Polizia e Carabinieri abbiamo deciso di avere abbondantemente raggiunto il nostro scopo e dopo l’inevitabile identificazione siamo ripartiti alla volta di Roma non senza aver brindato alla riuscita dell’iniziativa.
Ci preme, per concludere, correggere alcune inesattezze riportate da Aldo Cazzullo ( inesattezze dovute al fatto che il sopra citato ha pensato bene di dileguarsi immediatamente dopo il nostro arrivo):
• Non è stato esposto alcune striscione con scritto “Revisionisti assassini” (anche se ne avremmo condiviso il contenuto).
• Non c’è stata da parte nostra nessuna aggressione.
• Portare i capelli corti non significa necessariamente essere uno “skinhead di sinistra” (a cui comunque vanno i nostri saluti)
• Non c’era alcun partigiano tra i presenti ad insultarci, solo un sedicente comunista “da ben 55 anni” che evidentemente non aveva letto il libro, visto che i comunisti ne sono i principali bersagli.